Massimo Carrera, collaboratore di Antonio Conte e suo sostituto in panchina nel periodo della squalifica del salentino, è stato condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione con l’accusa di omicidio colposo. L’ex giocatore di Juventus e Atalanta era finito sotto processo per un incidente avvenuto la notte di capodanno del 2011 che costo la vita a due ragazze ventenni del bergamasco, al momento dello schianto viaggiava in auto con la figlia e la moglie che in seguito aveva anche dovuto subire l’amputazione di alcune falangi. Lo juventino si è sempre difeso dicendo che a causa del buio non aveva visto le persone sulla carreggiata e questo aveva reso impossibile evitarle.
Il pm Monia di Marco per lui aveva chiesto una condanna a 3 anni e 4 mesi senza le attenuanti generiche poiché Carrera non si era mai presentato al processo e, tramite i suoi legale, aveva sempre contestato la sua colpevolezza. L’incidente era avvenuto alle 3:30 di notte sull’A4 tra i caselli di Dalmine e Bergamo, un precedente scontro aveva già visto coinvolta la Ford Ka sulla quale viaggiavano le due ragazze e altre due auto, nessuno aveva subito danni e le persone rimaste coinvolte erano scese dalle vetture quando l’ex calciatore è arrivato travolgendo tutti con la sua Mercedes Classe R. Lo schianto era stato terribile e secondo Carrera inevitabile dal momento che non aveva potuto evitare lo schianto a causa del buio che non gli permetteva di avere una visuale chiara.
Secondo la perizia di parte non era stato possibile vedere la Ka incidentata, mentre secondo l’accusa lo juventino avrebbe avuto tutto il tempo per rendersi conto della presenza di un ostacolo e quindi di evitarlo. I legali di Carrera, Luigi Chiappero e Roberto Bruni, una settimana fa avevano chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto per la morte di una delle due ragazze (secondo i due non c’erano prove che la ragazza fosse ancora in macchina quando questa è stata travolta visto che il suo corpo è stato rinvenuto senza vita sull’asfalto, mentre per l’altra ragazza era stata chiesta ugualmente l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato, visto che Carrera non avrebbe potuto evitare lo scontro. Da sottolineare che i test a cui era stato sottoposto (alcool e sostanze stupefacenti) avevano dato esito negativo.
Nello stesso processo è stato condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione un secondo automobilista vicentino rimasto coinvolto nel tragico incidente, mentre un terzo, bergamasco, che non aveva scelto il rito abbreviato è stato rinviato a giudizio.
Foto – Il tragico incidente autostradale di Massimo Carrera
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